Al super la corsia delle uova di Pasqua è super affollata di prodotti. Io e mio figlio siamo lì con un obiettivo ben preciso: trovare un uovo bello, anzi bellissimo. L’obiettivo è tutto suo, in effetti, ma confesso che un po’ lo condivido. Anche per me, da bambina, la Pasqua era una festa speciale e il rito dell’apertura dell’uovo di cioccolato era un momento emozionante. Che delusione, quando la sorpresa non era all’altezza delle aspettative e che gioia quando le superava. Quindi, partecipo alla sua ricerca attivamente.
Ed ecco che, mentre guarda, osserva, soppesa, mio figlio mi chiede:
«Mamma, ma perché a Pasqua si regalano le uova di cioccolato? E si regalavano anche quando tu eri piccola?».
Parto dalla domanda più semplice.
«Sì, certo, si regalavano anche quando ero piccola io. Ma non c’era tutta la scelta che oggi avete voi bambini e poi le uova non erano a tema. Non potevo scegliere quelle dei miei personaggi preferiti».
«E perché?».
Qui dovrei aprire una sessione di teorie di marketing, me la cavo con un classico “Altri tempi”.
«Ma perché a Pasqua si regalano le uova di cioccolato».
Ecco, non demorde e io, lo confesso, non ho la risposta prontissima. Ma una vera mamma 2.0 non può non avere in borsa la tavoletta magica: l’iPad. Decido che posso perdere dieci minuti per leggere su qualche sito la storia delle uova di cioccolato e rielaborarla in parole semplici per mio figlio.
«Dunque, dunque… Le uova pasquali non sono sempre state di cioccolato. Una volta erano semplici uova di gallina colorate e decorate».
«Una volta quando? Quando il nonno era piccolo?».
«Quando il nonno era piccolo, le uova di cioccolato c’erano già, perché sono state inventate da qualche pasticcere nel 1800, ma dubito che il nonno le avesse: erano cose per ricchi e la famiglia del nonno non poteva certo permettersele».
«E allora quando si regalavano solo uova di gallina?».
«Forse si può dire da sempre. Tu sai che Pasqua è una festa cristiana ed è il giorno in cui Gesù è risorto. Ebbene, già prima della nascita di Gesù, le uova erano simbolo della vita e gli antichi Persiani…».
«Chi, quelli dei tempi di Alessandro Magno?».
«Bravissimo, ti ricordi la storia di Alessandro Magno, proprio loro. Ti dicevo, gli antichi persiani si scambiavano le uova di gallina per salutare la primavera. E dopo la morte di Gesù, i cristiani ripresero l’idea che l’uovo simboleggia la vita pronta a rinascere, nascosta in qualcosa che sembra morto (il guscio), e a Pasqua iniziarono a scambiarsi le uova bollite per ricordare la risurrezione di Gesù».
«Bollite?».
«Non bollite si romperebbero troppo facilmente, non ti pare? Per abbellirle le decoravano con i colori che si trovano in natura: cipolle, carote, spezie, frutta. Poi qualcuno, sempre molti secoli fa, pensò di realizzare delle uova da regalare con materiali preziosi come l’oro e l’argento. E, fortuna nostra, qualcun altro molto goloso, nel 1800 pensò di realizzare delle uova di cioccolato e di metterci dentro una sorpresa. Ed eccoci qui al super per comprare le uova di Pasqua!».
«Che bella storia mamma, ma quante uova posso comprare?».
Già, vanno al sodo i nostri figli. Risultato? Di uova ne abbiamo comprate tre, tanto, se il cioccolato avanza si può tranquillamente riciclare.
La scelta è caduta su tre uova di Dolci Preziosi. Nell’ampia gamma del marchio non c’è che l’imbarazzo della scelta per maschi e femmine: Peppa Pig, Doraemon, Ninja Turtles, Violetta, Jake e i pirati, il Treno dei dinosauri, Alex & Co e tantissimi altri ancora. Mio figlio ha scelto Spongebob, Snoopy e i Power Rangers. Potere (scontato) di cinema e tv.
Angela (la Rete delle Mamme)
In collaborazione con Dolci Preziosi
L'opinione