Quando ho iniziato a scrivere questo libro, Cosa c’è nel mio Cibo (Giunti) era l’estate dell’anno scorso: pensavo che sarebbe stato “soltanto” un interessante, impegnativo lavoro d’inchiesta, proprio quelli che piacciono a me (scrivo, tra l’altro, di alimentazione da circa vent’anni). E invece ho avuto una sorpresa: sono stata a contatto con tante emozioni. Ero giornalista e consumatrice allo stesso tempo: la rabbia nel leggere ingredienti pessimi si mescolava al sollievo di un’etichetta fatta bene, perché il produttore si impegnava a fornire un alimento davvero senza ombre per la nostra salute. Il disappunto di vedere confezioni-civetta che invitavano all’acquisto di un prodotti “sano” che sano non era per nulla veniva alle volte scacciato dalla soddisfazione di trovare un prodotto che non voleva “fregarmi”.
Quando ho iniziato a scrivere questo libro, Cosa c’è nel mio Cibo (Giunti) era l’estate dell’anno scorso: pensavo che sarebbe stato “soltanto” un interessante, impegnativo lavoro d’inchiesta, proprio quelli che piacciono a me (scrivo, tra l’altro, di alimentazione da circa vent’anni). E invece ho avuto una sorpresa: sono stata a contatto con tante emozioni. Ero giornalista e consumatrice allo stesso tempo: la rabbia nel leggere ingredienti pessimi si mescolava al sollievo di un’etichetta fatta bene, perché il produttore si impegnava a fornire un alimento davvero senza ombre per la nostra salute. Il disappunto di vedere confezioni-civetta che invitavano all’acquisto di un prodotti “sano” che sano non era per nulla veniva alle volte scacciato dalla soddisfazione di trovare un prodotto che non voleva “fregarmi”.
Merendine ad alto rischio
Cosa c’è nel mio cibo è un piccolo manuale da consultare durante la spesa: a cosa dobbiamo stare attente, cosa evitare, cosa preferire, come scoprire cosa c’è dietro le sigle dei coloranti e dei conservanti e tante altre cose utili. Prendiamo per esempio le merendine. Sono dolci in cui si utilizzano molti grassi: in moltissime il primo della lista è il famigerato olio di palma. La cosa che più mi fa innervosire come consumatrice, però, sono le scritte sulle confezioni: urlano cose positive sul davanti per attirare la nostra attenzione ma dietro, nella lista degli ingredienti le sorprese non mancano. Per esempio, diffidate da chi promette una merendina (o anche dei biscotti) senza zucchero: potrebbe contenere lo sciroppo di glucosio-fruttosio.
Cosa c’è di male? Il fruttosio è una “botta” sul fegato: numerose ricerche dimostrano che l’obesità nei bambini è spesso provocata da un eccessivo consumo di fruttosio e che associata al sovrappeso c’è la sindrome del fegato grasso, una malattia che solitamente colpisce gli alcolisti. Alcool e fruttosio infatti se consumati in eccesso sono trasformati direttamente in grasso che viene stoccato nel fegato e non nelle cellule adipose. Ma come, potrebbe dire qualcuno, il fruttosio non è lo zucchero della frutta e quindi super-benefico?
La risposta è “no”. Nella frutta infatti il fruttosio è mangiato insieme alle fibre, che rallentano il suo assorbimento, preservando il corretto metabolismo del fegato. Idem quando sulla confezione il produttore “strilla” che la merendina è fatta con lievito madre, uova fresche e latte italiano di alta qualità: tutti ingredienti ottimi, certo, ma controllate l’etichetta per verificare che vi sia lo zucchero e non lo sciroppo di glucosio-fruttosio oppure la margarina, che è fatta con olio di palma idrogenato (ancora lui).
Come si sceglie una buona merendina?
Premesso che la merenda migliore è o una fetta di torta fatta in casa o un frutto o una fetta di pane integrale con la marmellata, basta leggere l’etichetta ed escludere i prodotti che contengono olio di palma idrogenato, margarina, sciroppo di glucosio-fruttosio. Attenzione anche allo zucchero: se si trova al primo posto, prima addirittura della farina, significa che la merendina sarà molto dolce e quindi molto calorica.
Se trovate scritto che contiene oligofruttosio (o inulina) non allarmatevi: è una fibra solubile estratta dai vegetali (di solito dalla cicoria) che secondo le ultime ricerche regala senso di sazietà e aiuta i batteri “buoni” dell’intestino. Perché è aggiunta alle merendine? Per dare volume e regalare un tocco di dolcezza in più senza aumentare il carico dello zucchero.
Monica Marelli
Cosa c'è nel mio cibo?
Casa editrice: Giunti Demetra
Di Monica Marelli
Prezzo di copertina 8,90 €
Anno di pubblicazione 2016
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Anno di pubblicazione 2016