Storie di mammeDomani andremo allo stadio. La prima partita vera della tua vita. Una partita di serie A, nel tempio del calcio italiano. Che emozione per te che, come il 50 per cento dei bambini della tua età, sogni di diventare un calciatore. Avrai il batticuore anche se in campo non ci sarà la tua (nostra) squadra del cuore. Ti sentirai inebriato dai cori delle due tifoserie, ti perderai nel mare di bandiere, proverai a leggere a uno a uno gli striscioni, applaudirai le belle azioni dell’una e dell’altra squadra, esulterai per un gol chiunque lo segni. Insomma, prenderai tutto il bello del calcio, perché domani non sarai un tifoso, sarai solo uno spettatore neutrale.

Brutta cosa il tifo, amore mio. Il tifo nutre il calcio e nello stesso tempo lo uccide. Ne cancella la bellezza, trasformandolo in un’assurda guerra in cui i contendenti perdono di vista le vere priorità della vita. Una partita, per i tifosi più accesi, giustifica insulti, accuse pesanti, diffamazioni, liti virtuali e reali. Violenze, persino. Reazioni al limite del patologico, certo, ma purtroppo diffuse. Forse si tratta di persone che non sanno di cos’altro appassionarsi nella loro grigia quotidianeità. Forse è gente così vuota da far coincidere la propria identità con quella della squadra. Non saprei.

Si può essere tifosi senza farsi travolgere dall’odio? Penso di sì. Credo di esserci riuscita in questi lunghi anni d’innamoramento calcistico e cerco di insegnartelo ogni giorno, nella speranza che tu possa solo divertirti davanti a quello che resta il gioco più bello del mondo. Ma ogni giorno ti spiego anche che in questa tua passione per il calcio avrai sempre a che fare con chi non accetta le sconfitte, con gli sleali mascherati da pecorelle che incolperanno all’infinito gli arbitri dei loro limiti, con gli invidiosi che getteranno sempre fango su chi è più forte di loro. Avrai a che fare con i deboli che si faranno forza urlando. Brutta gente, sì. Ma il tifo è così: spesso tira fuori il peggio di ognuno di noi, anche degli insospettabili. Come se, compiere o dire nefandezze in nome di una squadra di calcio, giustificasse gli eccessi. Ma un insulto al tifoso avversario resta un insulto e come tale condannabile. Una violenza è una violenza e non sarà mai giustificabile. Non dimenticarlo mai!

Come dovrai comportarti con questi “soldati del pallone” che faranno di tutto per provocarti e si divertiranno a riversarti addosso menzogne e cattiverie? Ignorali, non cadere nella trappola di seguirli nel loro gioco al rialzo. Non farti anche tu accecare dal tifo. Sarà difficile, perché dovrai imparare la calma della saggezza. Ma ricordati che chi non sa perdere con sportività non merita il tuo tempo e le tue energie. E se tu non imparerai a perdere con sportività, non sarai mai un vero uomo.
Buona partita, amore bello

tua madre

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