Prima di vedere quali tipi di yogurt sono adatti ai bambini e a partire da quale età si possono introdurre nella dieta di un neonato, chiariamo bene che cos’è lo yogurt, perché molti confondono prodotti diversi.
Lo yogurt è un alimento composto da latte fresco sottoposto a riscaldamento (pastorizzazione) per uccidere eventuali germi patogeni, quindi refrigerato e successivamente addizionato di fermenti lattici o lattobacilli che, sviluppando un processo di fermentazione, ne provocano la coagulazione (cioè la parziale solidificazione).
Questo processo, rende più digeribile il lattosio (lo zucchero del latte), scinde le proteine e arricchisce il latte di acidi grassi insaturi, di calcio e fosforo.
Perché uno yogurt sia un alimento valido e abbia effetti benefici, occorre che al momento del consumo contenga un'elevata quantità di fermenti lattici vivi: quelli aggiunti inizialmente sono almeno 100 milioni per grammo, ma diminuiscono progressivamente fino a ridursi, a 30 giorni dal confezionamento, 1 milione per grammo. Ecco perché sarebbe meglio consumare lo yogurt lontano dalla data di scadenza.
Per il bambino bisogna usare yogurt ottenuto da latte intero di produzione biologica. Lo yogurt può essere introdotto dal 6°-7° mese, ma è bene verificare che sia ben accetto al piccolo e non provochi effetti indesiderati.
In alternativa allo yogurt si possono utilizzare prodotti ottenuti con latte di soia o di riso: così si ottengono creme vegetali ricche di fermenti lattici e molto digeribili.
E le tanto golose creme di latte? Non sono yogurt, ma derivati non fermentati del latte, con aggiunta di crema di latte dolcificata e aromatizzata, buona solo per aumentare gli squilibri nutrizionali, presenti nella dieta di molti bambini (eccesso di zuccheri, grassi e proteine). Da evitare il più possibile.
Anche gli yogurt addolciti e aromatizzati alla frutta non sono adatti ai neonati e andrebbero evitati anche per i bambini più grandi. Sono infatti costituiti, oltre che da yogurt, da preparazioni alla frutta composte da: 15-50% in peso di frutta cotta, 30% di zucchero, proteine del latte, addensanti come la carragenina o l’amido di mais, 39% di panna, e nei casi peggiori, frutta ridotta al 3%.
In questo caso, per avere un bel colore, si aggiunge una sostanza, gialla (beta-carotene), presente anche in pesche e albicocche.
La Redazione