Non credo che i bambini di oggi siano più capricciosi di quelli di ieri, credo semplicemente che il loro banco delle offerte sia solo molto più fornito di quello che era il nostro, figuriamoci di quello dei nostri genitori. Non esistono bambini che fanno capricci, esistono genitori incapaci di gestire i capricci dei figli, io per esempio sono una di questi. Per carattere contraria alle regole, ho fatto un allattamento a richiesta, che significa bimbo piange tu tiri fuori tetta, ovunque tu sia e, soprattutto, al minimo accenno di pianto, ed è tutto abbastanza semplice fino a quando tu non esisti più, e soprattutto non esistono più le tue tette.
Non credo che i bambini di oggi siano più capricciosi di quelli di ieri, credo semplicemente che il loro banco delle offerte sia solo molto più fornito di quello che era il nostro, figuriamoci di quello dei nostri genitori. Non esistono bambini che fanno capricci, esistono genitori incapaci di gestire i capricci dei figli, io per esempio sono una di questi. Per carattere contraria alle regole, ho fatto un allattamento a richiesta, che significa bimbo piange tu tiri fuori tetta, ovunque tu sia e, soprattutto, al minimo accenno di pianto, ed è tutto abbastanza semplice fino a quando tu non esisti più, e soprattutto non esistono più le tue tette.
Tanto meno esistono per il marito che di certo non può neanche pensare di avvicinare la bocca al capezzolo sul quale svettano le ragadi opportunamente create dal bimbo tiranno e sembrano far lampeggiare il divieto di sosta.
Crescendo ho spostato il bambino dalle tette al lettone, facendo mio il detto “tanto quando sarà grande non ci vorrà dormire lui con me, me lo godo adesso”, e così è stato per entrambi i figli, e sono felice di aver preso questa decisione, quando è stato il momento si sono staccati da soli, per loro non è stato un trauma, per me sì :), non mi sono ancora ripresa.
Certo non ho mai portato i miei bimbi a cena in ristoranti super mega chic, mi è bastato farlo in una trattoria qualunque dove mio figlio ha visto bene di dire al cameriere che loro non sapevano fare il tiramisù come la mamma perché il liquore non ci andava, e alla di lui risatina, il nano ha visto bene di rincarare la dose con “ eh già lo so che vorresti mandarmi a stendere...dai sarà per la prossima volta”. Che ovviamente non c'è mai stata.
Di questo parla il mio nuovo libro “Nati sotto il segno del cavolo”, che parla di bambini pestiferi e delle loro mamme imperfette, ma tanto simpatiche.
A scriverlo con me ho coinvolto Roberta Giovinazzo, autrice alla sua prima stesura, dotata di figlio cinico, in qualità di rappresentate delle genitrici single (dopo un divorzio) e devo dire che il risultato è molto soddisfacente (anche se sono di parte mi pare ovvio).
E quindi in esclusiva solo per voi ecco l'incipit del nuovo libro
“Mio figlio non è un putipu, ma senza mezzi termini un bimbo merda (mammina se io sono un bimbo merda tu sei una mamma merda: mi hai deposto).
È un adorabile, inesorabile, cinico gnomo che portato alle feste di
compleanno se ne esce con " ehi tu sai cos'è un atomo? No?.. Quanti anni hai? 12? Quindi sei un po’ duro..."
Oppure dal parrucchiere guarda la signora davanti a me poi mi riguarda e
dice "mamma ma perché questa signora è così brutta? " e la signora risentita lo redarguisce dicendo "sei un bambino maleducato, non si dicono queste cose" e lui ribatte con " non è vero, la mia mamma mi ha insegnato che con le persone vecchie come te devo essere gentile, quindi signora vecchia perché ti sei fatta i capelli verdi? Non vedi che sei brutta?".
Il primo giorno di scuola delle elementari all'ora di ricreazione invece di
andare in bagno, è andato in giardino facendo la pipì verso l'albero perché
così si sentiva libero (questa la versione data alla maestra).
Alla nonna, sorda da un orecchio, quando le parla e le urla, se si accorge
che non ha su l'apparecchio Amplifon dice "nonna ma te li sei messi gli
"orecchini" per sentire? Sì? Mi sa che allora hai buttato via i soldi."
Raccontare la vita dal suo punto di vista (lo gnomo più amato del web) partendo dalla nascita, corredato tutto da episodi che facciano ridere e soprattutto che squarcino il famoso velo che vuole che tutti i bambini siano buoni, bravi, educati e gentili, la verità è che ci sono anche gli adorabili #bimbimerda (anche perché dopo un libro sulle #stronzamiche mica potevo passare alla florovivaistica), partendo proprio dal mio.”
Irene Vella
Irene Vella, giornalista e scrittrice, è l’autrice, con Roberta Giovinazzo, di Nati sotto il segno del cavolo, manuale di sopravvivenza per mamme che si sentono sbagliate (Novecento Editore, 9,90 euro). Un libro per imparare ad accettarsi come madri, consapevoli che ai figli non servono mamme perfette, ma mamme che li amino.