Su la Repubblica di oggi (11 luglio), in 29 righe a pag. 19 viene data quella che, tecnicamente, si può definire una notiziola e che per me, invece, è una notiziona: la Boldrini ha trovato uno spazio adeguato affinché le parlamentari neomamme possano allattare. Ci voleva una mamma (la Boldrini ha una figlia) per trovare una soluzione del genere. Solo una mamma, infatti, può capire l’importanza di non interrompere l’allattamento per “colpa” del lavoro.
Tutti sanno che il latte materno è il nutrimento migliore per un neonato, pur vedendo che i bimbi crescono benissimo anche con il biberon. Ma solo una mamma sa che l’allattamento al seno è un’avventura unica, speciale, a cui è un vero peccato rinunciare. E non solo per la felicità del piccolino, che succhiando si aggrappa al corpo materno con una beatitudine di cui avrà nostalgia tutta la vita. Vogliamo parlare della felicità della mamma? A parte i primi tempi, in cui la faccenda è faticosa, più passano i mesi più l’allattamento diventa un’esperienza molto gratificante. La mamma sente di essere vitale per il suo bambino, guarda con soddisfazione le guanciotte che si arrotondano, le manine che cercano la fonte di tanto piacere e oso dire che è sfiorata da un senso di onnipotenza. Gli occhi negli occhi, madre e figlio si comunicano il bisogno l’uno dell’altra e un amore esclusivo. E’ un momento di grande intimità. Per questo io non trovo opportuno allattare in pubblico: non perché sia disdicevole mostrare il seno (anche se comunque non mi pare di buon gusto), ma perché in quel momento, in quel rapporto, non c’è posto per altri. E’ vero che il biberon è comodo, è vero che con il biberon anche il papà può fare il suo turno, e farlo con piacere. E se il latte materno non c’è, non è il caso di farne un dramma. Ma non dimentichiamo che la natura è saggia. E che ci sono aspetti della femminilità che è un vero delitto perdere. Dunque adesso le parlamentari e i loro bambini possono godere di un privilegio negato a tutte le altre lavoratrici: e se le aziende si dessero una mossa? Concludo con un dettaglio che non c’entra ma che mi ha colpito: lo spazio per l’allattamento è stato ricavato nei bagni dei deputati dove i parlamentari, durante i lavori alla Camera, potevano fare una doccia o una sauna. Capisco la doccia. Ma la sauna? Durante i lavori? Mah!
Cipriana Dall’Orto, giornalista
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