Il gioco del bambino ci racconta tantissimo di lui e della fase di sviluppo che sta attraversando. Per questo è importante comprendere non tanto “a cosa gioca”, perché questo lo vediamo tutti, ma piuttosto “cosa gioca” ossia, cosa sta mettendo in atto con quel gioco, cosa ci racconta e cosa sta vivendo in quel momento.
Ciò perché il linguaggio con cui il bambino esprime se stesso non è tanto quello verbale, ma soprattutto è quello del corpo, del movimento e dell’azione che si concretizza nel gioco.
Cosa giocano, allora, i bambini quando giocano? Parliamo dei giochi simbolici.
I giochi simbolici
Quante volte abbiamo visto i bambini lavare una bambola, cambiare il pannolino, costruire una casa con i lego, cantare con il telecomando, guidare un areo seduti su una sedia?
I bambini reinterpretano, infatti, le situazioni che vivono nella loro quotidianità mettendosi nei panni di qualcun altro. Il giocare a “far finta di” è un‘attività divertente ed emozionante, ma allo stesso tempo è basilare per lo sviluppo intellettivo dei piccoli e per l’evoluzione del loro pensiero astratto.
Attraverso la capacità fantastica di trasformazione simbolica dell’esperienza, le attività di finzione offrono ai bambini la possibilità di ricostruire la realtà e di adattarla a quello che vogliono esprimere in quel momento. Le funzioni di questi giochi sono molteplici:
- La funzione compensatrice, che permette di realizzare azioni o situazioni che nella realtà non sono possibili, ad esempio il gioco della parrucchiera o quello del falegname.
- La funzione liquidatrice, che permette al bambino di rivivere situazioni spiacevoli realmente sperimentate, come la visita dal dottore.
- La funzione anticipatrice, che consiste nell’anticipare le situazioni che possono mettere timore e le loro conseguenze. Ad esempio il gioco della scuola con la maestra e gli alunni. Nel gioco il bambino ricostruisce quell’ambiente e rappresentandolo impara a conferirgli il giusto peso, attenuando l’intensità delle emozione.
Sempre nell’ambito del gioco simbolico iniziano a svilupparsi le prime forme di cooperazione. Di seguito un'immagine di bambini che hanno costruito un rifugio per non farsi prendere dal lupo durante una seduta di psicomotricità.
Questo ha dato loro la possibilità, da una parte, di condividere un obbiettivo comune, che in quel caso era il difendersi dal lupo, dall’altra di differenziarsi, visto che ognuno di loro ha utilizzato un modo del tutto unico e originale per proteggersi da quell’animale cattivo.
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