bambino comportamentoLe mamme rispondono a Sandra, che scrive: “Quand'è giusto iniziare a mettere in punizione i bimbi? Quand'è che iniziano a capire cosa significa?”

 

Le risposte delle mamme della Rete

  • Roberta: mia figlia ha trenta mesi. È già da un po' che io, quando fa qualcosa che non va, l'avverto che se non fa la brava la metto in punizione. Lei capisce. I bambini sono molto intelligenti e furbi. Scoprono subito il tuo lato debole e così prendono il sopravvento. Infatti, se è il padre a sgridarla, fa un po' “orecchie da mercante” perché mio marito è molto buono e non riesce a prenderla con le maniere un po' più "forti". A volte per me basta uno sguardo un po' più rigido e lei subito capisce che qualcosa non va bene. Altre volte bisogna passare alla punizione.
  • Marilina: consiglio due libri: Jesper Juul, "Il bambino è competente" e Isabelle Filliozat, "Le emozioni dei bambini". Ps. Leggi e rileggi entrambi i libri e dopo non ci sarà più alcuna discussione. Avrai capito.
  • Paola: io consiglio “I no che aiutano a crescere” di Asha Phillips. Le punizioni (che non significa picchiarli!) servono per mantenere i patti. Come le gratificano (che non devono mancare, ovviamente). Si tratta di aiutare i figli a vivere nella società, per il loro bene futuro.
  • Antonella: “Le punizioni non esistono, le punizioni corporali non sono accettabili (e questo lo condivido), sgridarli non va bene, gli insegnanti devono stare al loro posto perché tanto i nostri figli hanno ragione sempre e comunque”....e poi ci lamentiamo se il mondo è pieno di baby gang o baby squillo. Sono i genitori "moderni" come voi la più grande disgrazia dei ragazzi di oggi! E la cosa grave è che avete anche la presunzione di deridere chi non la pensa come voi.
  • Sabrina: secondo me ogni genitore adotta il metodo che ritiene più opportuno, io sono pro sculacciate simboliche cambio tono voce e punizione se serve. A 2 anni puoi spiegare quanto vuoi ma il bimbo non può capire. Invece una sculacciata sul pannolone non fa male e neanche spegnere la tv per punizione, ma fa capire.
  • Ilaria: non capisco cosa ci sia di male in una punizione! La punizione aiuta a capire quando si sbaglia, anche a scuola ad esempio vengono assegnati compiti di punizione.
  • Raffaele: verso i 3 anni quando iniziano a capire "causa e effetto ", ma dipende dal bambino. Cerca però di usare la punizione meno possibile, a volte basta il dialogo.
  • Anna: punire non vuol dire picchiare, vuol dire metterli a sedere in una seggiolina e spiegare che non si fa, se si alza farlo risedere finché non capisce. Punire e educare: io l’ho sempre fatto e fin da quando aveva un anno, adesso sa che lì e la sua punizione, finché lo decido io. A scuola non pensate che facciano diversamente, quindi anche in casa ci sono regole e punizioni.
  • Laura: forse “punizioni” non era un termine adeguato, infatti ha scatenato varie polemiche perché ognuno le intende in maniera diversa. Forse sarebbe meglio il termine castigo? Io credo che parlando ai bambini, loro capiscano sempre.
  • Chiara: non credo esista un’età giusta, comunque aspetterei che capisca il significato della punizione e che non la veda come una privazione di qualcosa ma che gli serva da insegnamento.
  • Antonella: io credo che piccole punizioni siano necessarie per far capire al bambino che ogni azione che compie ha delle conseguenze, positive o negative che siano! Ovvio che il dialogo è fondamentale e bisogna spiegare perché' lo si sta punendo e quale sarebbe stato il comportamento corretto da adottare.

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