Una confessione. La prima volta che ho sentito parlare di mutismo, non ricordo se selettivo o meno, è stato anni fa a proposito del grande musicista jazz Thelonious Monk. Mi impressionò il fatto che questo signore dal carattere aspro e indisponente parlasse pochissimo e raramente. Dopo tanto tempo mi capita tra le mani un libro che mi incuriosisce. Inizio a leggere e non mi fermo più. Dunque il mutismo selettivo è un blocco, una necessità, una difesa.
Una confessione. La prima volta che ho sentito parlare di mutismo, non ricordo se selettivo o meno, è stato anni fa a proposito del grande musicista jazz Thelonious Monk. Mi impressionò il fatto che questo signore dal carattere aspro e indisponente parlasse pochissimo e raramente. Dopo tanto tempo mi capita tra le mani un libro che mi incuriosisce. Inizio a leggere e non mi fermo più. Dunque il mutismo selettivo è un blocco, una necessità, una difesa.
Pur sapendo esprimersi e pur capendo benissimo, chi ne è affetto non può parlare, non riesce, è completamente bloccato. Quasi sempre si tratta di bambini, a volte di adolescenti. "Un sintomo d'ansia" lo definisce nella prefazione la dottoressa Simona Ius, psicologa e psicoterapeuta. Ma perché si rimane muti a scuola quando a casa si parla benissimo? Perché non si chiedono informazioni se l'autobus è in ritardo? Perché non si risponde alla più banale delle domande? La risposta è semplice: perché si è spaventati. Un sintomo d'ansia, appunto.
Questo libro è nato grazie a un progetto di crowdfunding (200 persone e 10 artisti coinvolti). E grazie alle testimonianze di ragazzi e ragazze che parlano in prima persona. Tutti hanno sofferto di mutismo selettivo, tutti ne sono guariti. R. M., per esempio. "Ciao che bella bimba, come ti chiami? Silenzio. "Ti hanno mangiato la lingua?". È la domanda temuta da chi non può rispondere, perché per difendersi ha innalzato un muro. Oppure F. S. che oggi, a 28 anni, ricorda la sua infanzia e adolescenza e, meno gravemente, la post-adolescenza "segnate da un costante impedimento a potermi esprimere in modo veramente libero. Questo non a causa di una malattia o di un ritardo mentale". Il ritardo mentale. È uno dei tanti pensieri che confondono e angosciano gli adulti. "Oltre ai bambini, è indispensabile coinvolgere i genitori e gli insegnanti" sottolinea il dottor Massimo Giusti, psicoterapeuta, che ha scritto la postfazione del libro. "Capita che sia la maestra a chiedere alla mamma o al papà se a casa il figlio parla". I genitori reagiscono in tanti modi: la scuola è allo sfascio, mio figlio è normale, ho sbagliato tutta l'impostazione educativa… Il senso di colpa può paralizzare. Invece deve dare la spinta necessaria per agire. Perché il mutismo selettivo si vince. Meglio se tutti insieme.
I Quaderni Dal silenzio il canto: storie di mutismo selettivo Autori Vari Editing a cura di Daniela Conti - A. G.Editions, 140 pagine, 13,50 €.
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L'opinione