Fondamentale è anche garantire ai genitori l’ingresso nei reparti di Terapia Intensiva Neonatale 24/24 h. Lasciare libere le mamme di stare a contatto col proprio bambino è importante non solo per promuovere l’allattamento al seno, ma anche per favorire lo sviluppo neurologico del neonato e consolidare il rapporto madre-figlio, ad esempio attraverso la Kangaroo care.
Questa pratica consiste nel mettere il piccolo, nudo, sul seno della mamma o sul petto del papà, a diretto contatto con la pelle. Un semplice gesto che ha molti vantaggi: garantisce la regolazione della temperatura e del respiro, migliora il suo livello di ossigenazione e ha un'influenza positiva sul suo sviluppo neurologico. Inoltre, questo crea un legame intenso che ha un impatto fortissimo sul piano psicologico di madre, padre e neonato.
Proprio in quest’ottica a seguito della collaborazione tra la Società Italiana di Neonatologia (SIN), il Tavolo tecnico operativo interdisciplinare per la promozione dell’allattamento al seno (TAS), operativo presso il Ministero della Salute, e l’associazione Vivere Onlus, è stato elaborato il documento “Promozione dell’uso del latte materno nelle Unità di Terapia Intensiva Neonatale e accesso dei genitori ai reparti”.
Il documento raccomanda di favorire l’ingresso dei genitori nelle TIN, con lo scopo di sensibilizzarli sui vantaggi che l’allattamento materno e la loro presenza accanto al bambino comportano sulla salute del neonato, sia dal punto di vista nutrizionale che affettivo-psicologico.
La presenza dei genitori nelle TIN è indispensabile per il neonato, in particolare per quello pretermine, poiché contribuisce a creare da subito un rapporto unico tra madre e figlio, oltre a favorire l’alimentazione con latte materno. La SIN da sempre raccomanda e promuove la presenza costante della famiglia accanto al neonato critico, necessaria sia per alleviare e contenere lo stress a cui è sottoposto il neonato stesso, sia per gli effetti positivi sui genitori e quindi sulla loro relazione affettiva con il figlio.
Anche le incubatrici, le prime culle dei neonati pretermine, oggi sono ben più confortevoli del passato e contribuiscono a creare attorno al piccolo un ambiente senza rumori e con luci soffuse.
Inoltre, da anni nei reparti di terapia intensiva neonatale ci si impegna a migliorare la qualità della vita dei piccoli ospiti attraverso una serie di cure finalizzate a ridurre al minimo le sensazioni dolorose a cui il bambino può essere sottoposto. A differenza di quanto si pensava in passato sulla immaturità funzionale delle vie dolorifiche in questi bambini, i neonati prematuri sono perfettamente in grado di percepire dolore. Così, ad esempio, oggi durante manovre dolorose, si mantiene il piccolo in braccio alla madre, e, se possibile, lo si fa attaccare al seno, oppure si somministrano delle soluzioni di glucosio per bocca, o si pratica la musicoterapia: cioè attraverso le incubatrici si diffonde musica dolce o suoni che riproducono i rumori ovattati che li cullavano all'interno dell'utero. Nei centri più all'avanguardia è anche possibile riprodurre la voce registrata della mamma che, come dimostrato, aiuta i piccoli a mantenere regolare la frequenza cardiaca e respiratoria.
L'opinione