Quando mio figlio è nato la sua testolina era perfetta. Grande, ma perfetta. Poi, poche settimane dopo la nascita, mi sono accorta che stava diventando asimmetrica. Eravamo anche noi alle prese con la plagiocefalia (testa obliqua).
Lui dormiva supino, sempre appoggiando il lato sinistro della testa, quindi, dietro a sinistra la nuca era tutta schiacciata e a destra si allungava. Era obliqua, appunto. Per fortuna il problema non si ripercuoteva in nessun modo nella parte anteriore. Sapevamo che le ossa dei neonati sono molto malleabili ed elastiche, quindi, io e mio marito non ci siamo preoccupati più di tanto. La pediatra ci aveva consigliato di arrotolare una coperta o un asciugamano e usarli come “barriera” sul lato sinistro. Secondo lei, se avessimo messo questa sorta di rullo sulla sinistra del bambino, il piccolo, trovando l’ostacolo, avrebbe voltato la testa a destra e, con il tempo, le ossa del cranio si sarebbero sistemate.
Ma la pediatra non aveva fatto i conti con la forza di volontà di quel microbino. Non si sa come, lui riusciva a farsi spazio a sinistra in modo da dormire nella sua posizione preferita. Puntava persino i piedi per spostarsi come fosse la lancetta di un orologio e ricavare quei centimentri sulla sinistra che gli consentivano di voltarsi da quella parte. E, intanto, la testa era sempre più asimmetrica. Non aveva problemi di torcicollo (è la causa della maggior parte delle plagiocefalie), non aveva problemi di alcun tipo. Semplicemente gli andava di girare la testa a sinistra e, anche se “per sbaglio” si addormentava appoggiandola a destra, dopo pochi minuti, voilà… si voltava a sinistra.
Arrivati a 5 mesi di età, vedendo che non c’era niente da fare sul fronte “imparerà a dormire a destra”, la pediatra ci ha suggerito una visita neuropsichiatrica infantile. La prescrizione, lo ammetto, ci ha inquietati non poco.
La neuropsichiatra, dopo una lunga chiacchierata con noi genitori, in cui ha osservato attentamente il comportamento di nostro figlio, ci ha rassicurato sul fatto che, a parte l’aspetto estetico, il bambino non aveva problemi. Ricordo perfettamente le sue parole (“Ha una testa talmente grande che, anche se è schiacciata, lì dentro il cervello trova tutto lo spazio di cui ha bisogno per crescere bene”) e il mio, il nostro, respiro di sollievo. In ogni caso, la specialista ci ha spiegato che, per il suo sviluppo, era importante che il bambino imparasse a dormire anche sulla parte destra e ci ha suggerito un ciclo di fisioterapia presso l’Uonpia, l'Unità Operativa di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza. La promessa, era che, con i mesi e gli anni, anche la forma della testa sarebbe cambiata e probabilmente, nessuno si sarebbe più accorto dell’asimmetria. “Voi, forse, la noterete sempre, ma gli altri no”.
Abbiamo prenotato una nuova visita con la neuropsichiatra della struttura pubblica e poi abbiamo iniziato il ciclo di fisioterapia: in sostanza giochi con cui la terapista abituava il nostro cucciolo a “usare” anche il lato destro della sua testolina e ad appoggiarsi anche da quella parte. In più ci dava consigli per stimolare una volta a casa i movimenti verso destra. Gli incontri con la fisioterapista sono durati alcuni mesi, e i controlli con la neuropsichiatra fino ai 2 anni.
Oggi, la plagiocefalia è solo un ricordo. Sotto la meravigliosa massa di capelli che ha nostro figlio, anche noi genitori non facciamo più caso a quella che nel tempo è diventata una leggerissima asimmetria.
Eleonora
L'opinione